Quando mio figlio Gabriele aveva circa cinque anni, vedendo un giorno un uomo correre veloce per strada, d’istinto mi domandò: “È un ladro?” stupita dalla domanda gli chiesi perché pensasse fosse un ladro. “Perché sta scappando!” Logica ferrea. Non immaginavo da dove scattasse la connessione, forse da un cartone animato, forse da un film o più probabile da un servizio al telegiornale. Fatto sta che per lui “uomo in corsa” era uguale a “ladro in fuga”.
Quest’immagine, a metà tra il nostalgico e il divertito, m’è rimbalzata in mente leggendo un libro illuminante: “Factfulness” scritto da Hans Rosling, medico e accademico svedese, genio della divulgazione statistica, mancato nel febbraio 2017. Un uomo carico di energia e curiosità, di passione e fame di verità, che con le sue ricerche ha voluto sfondare i muri dell’ignoranza sconfortante che benda gli occhi dell’umanità, proponendo una visione del mondo basata sui fatti.
Scritto insieme al figlio Ola Rosling e alla nuora Anna Ronnlund, che hanno partorito definitivamente l’opera quando il tumore al pancreas si è portato via Hans, Factfulness affronta sul piano planetario molti argomenti. Dalla povertà alle pandemie, dalle cure mediche ai cambiamenti climatici: tutto viene considerato abbracciando ampi periodi storici che permettano di “vedere” come realmente il mondo, sotto i suoi vari aspetti, sia evoluto. Il libro aiuta a individuare molti automatismi cognitivi che istintivamente il cervello umano mette in atto, automatismi da contrastare perché inducono a una iper drammatizzazione della visione del mondo, che porta a disconoscere i progressi raggiunti, a volte epocali, rispetto ai drammi superati. Come ad esempio la diffusione delle vaccinazioni tra le popolazioni nel mondo.
Hans aveva l’abilità di mandare in visibilio il pubblico durante le sue orazioni in cattedra, sempre originali e coinvolgenti, così come il suo metodo scientifico suscitava puntualmente stupore. Attraverso i suoi quiz, Hans riusciva a dimostrare con disarmante evidenza come tutti – studenti ed emeriti scienziati – rivelassero una devastante incompetenza circa i fatti del mondo, prediligendo uno scenario negativo. Non si trattava di ignoranza o scarsa intelligenza, tutt’altro, ma da una visione errata della realtà dettata da distorcenti bias interpretativi.
A far scattare questi bias (che, per intenderci, ci rendono tutti un po’ simili a Gabriele nei confronti dell’uomo-ladro) c’è, per esempio, l’impulso di dividere l’umanità in due grandi e distinti blocchi: noi/loro, ricchi/poveri, buoni/cattivi, bianchi/neri. Questo tipo di ragionamento binario che induce ad ignorare le sfumature è ancestrale, radicato nei tessuti neurali più antichi, evidentemente votato alla difesa e all’economia di pensiero. Hans propone esercizi di ragionamento strategici per liberarsi da queste gabbie invisibili e per ampliare la visione della realtà considerando dati, cifre e “fatti” – appunto – obiettivi.
Con le sue “bolle animate” – Trendalyzer, ovvero grafici statistici interpretativi – Hans ha saputo dare forma ai numeri e vita alle stime, trasformando la fredda statistica in animazione, rendendo così intuitivamente afferrabili le ovvietà da lui dimostrate.
Sì, perché non è vero – come da sempre gli anziani di tutti i tempi sostengono – che “quando si era giovani tutto era meglio, il mondo era migliore …”. Questa fissità di pensiero ci porta a cadere in umanissimi errori di valutazione facilmente demoliti dai numeri: confrontando dati ed epoche in un panorama globale, è evidente un miglioramento degli aspetti sociali ed economici di questo nostro mondo, e non il contrario.
C’è da dire che la visione del mondo in chiave negativa è alimentata anche dall’informazione mediatica: una buona notizia non fa notizia! Pertanto l’attenzione è catturata prevalentemente dai macro eventi drammatici che scuotono l’anima piuttosto che da singoli episodi positivi e miglioramenti graduali, gocce d’acqua nell’oceano. Catastrofi, epidemie e attentati sono anch’essi fatti ma tra essi e il nulla, tra essi e il silenzio, esiste una larghissima scala di progressi che interessano migliaia di persone, a tutte le latitudini. Invece, spesso, quando succede qualcosa di positivo, nessuno ci avverte. Conoscere i “fatti” misurandoli, ci porterà ad una visione obiettiva del mondo e della nostra situazione in esso. Rendendoci al contempo liberi da pericolose cristallizzazioni di pensiero.
Alla luce di ciò, Hans andava su tutte le furie quando lo si etichettava come “ottimista”. No, lui amava definirsi un “possibilista” perché non era annebbiato da vaghe speranze, bensì si concentrava sui progressi conquistati dall’umanità: dalle campagne di vaccinazione al controllo delle nascite, all’alfabetizzazione, all’aumento del reddito pro capite, e dove riscontrava un segnale di progresso, cercava i modi per replicarlo altrove.
Hans, con le sue conferenze in tutto il mondo e infine con questo libro, ha dimostrato d’essere un outsider della ricerca e della divulgazione scientifica, oltre che un seducente oratore e narratore. Factfulness è l’ultima dimostrazione della sua profonda conoscenza dell’umanità e, pagina dopo pagina, riesce a trasmettere simpatia per i numeri anche a chi d’istinto non l’ha.
Last but not least, Factfulness spiega anche come sia possibile infilarsi in gola una lunga spada senza farsi alcun male, così come succede in certi spettacoli circensi. E lo stesso autore lo faceva davanti ai suoi “spettatori” durante le orazioni accademiche. Ma questo è un altro capitolo. O meglio, è il primo capitolo del libro di Hans, appassionato amante del circo e dei mangiatori di spade, che tanto gli hanno insegnato, aprendogli gli occhi sui fatti del mondo. Leggere, per credere!
Hans Rosling, Ola Rosling, and Anna Rosling Rönnlund
Factfulness: Ten Reasons We’re Wrong About the World–and Why Things Are Better Than You Think
Hardback 2018
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