Padroni della propria Libertà

“La libertà di coscienza affascina l’Essere umano ma, anche, non c’è niente che dia all’Essere umano altrettanta angoscia.

Se non vede segnato davanti a sé un cammino preciso, l’Essere umano non sopporterà questa vita.

Appena è libero, corre a cercare qualcuno di fronte al quale inginocchiarsi. Però vuole inginocchiarsi di fronte a un potere indiscutibile, un potere di fronte al quale anche tutti gli altri si inginocchino. Perché la preoccupazione di queste misere creature non sta tanto nel cercare qualcosa di fronte a cui io o qualsiasi Essere umano si possa inginocchiare, quanto nel cercare una cosa nella quale anche tutti gli altri esseri umani credano, una cosa di fronte alla quale tutti gli altri Esseri umani si inginocchino, tutti quanti insieme. Questo bisogno di inginocchiarsi insieme ha tormentato gli Esseri umani fin dall’inizio dei secoli.”

Così il Grande Inquisitore – partorito dalla penna di Dostoevskij – inveisce contro il Cristo, dimostrandogli che all’Essere umano non servono le sue parole di libertà ma piuttosto la ferma guida del potere terreno, che fornisca regole e limiti, profferti sotto forma di diritti e concessioni. Perché gli Esseri umani “hanno tanta paura della libertà, la libertà è la cosa più tremenda per loro. E noi li libereremo dalla libertà mettendoli sotto la nostra protezione.”

Era il 1879 quando uscì la prima versione dei Fratelli Karamazov, romanzo che ospita anche il racconto del Grande Inquisitore. Ebbene, le sue parole tuonano paurosamente attuali e – volendo – aiuterebbero a riflettere meglio sulla nostra condizione e su tutta l’oscura giostra che, in questi ultimi quasi due anni, ci ha subdolamente caricato a bordo.  

Aiuterebbero: uso volutamente il condizionale perché le parole del Grande Inquisitore sono maledettamente vere e marchiano a fuoco l’anima! Ben poco, dunque, si può fare per smantellare il grottesco Sistema e rompere lo specchio deformante dentro il quale ci si affaccia, perdendosi nel marasma di benevole promesse. Forse, l’unica soluzione sarebbe ignorarlo, questo illusorio specchio, non guardarlo, non cedere alla seduzione di quell’immagine di tranquillità che l’essere tutti insieme, come un balsamo su una ferita aperta, suggerisce. 

La soluzione, eccola. Scegliere di non fare parte del gregge, di dire no, di ribellarsi, perché tutto questo è un ricatto e io non ci sto. Ma qual è il prezzo? La solitudine, l’isolamento, il timore di non essere capiti, anzi accusati, respinti e allontanati. La paura – appunto – di essere padroni della propria Libertà.