Nel giorno in cui universalmente si celebra la “mamma”, mi vien spontaneo pensare alla “nonna”.
Perché una nonna diventa madre per la seconda volta. Ha l’occasione privilegiata di ricominciare a prendersi cura di chi ha la fortuna di poter godere di tutto il suo affetto, la sua protezione e, soprattutto, della sua esperienza.
Una madre, per quanto amorevole, negli anni sbaglia sempre qualcosa nel crescere i propri figli. O troppo, o troppo poco. O sempre, o mai. O tutto, o niente. Non è facile saper dosare amore, rigore, comprensione, educazione, dolcezza, severità … e non è facile anche saper comunicare con i propri figli senza essere fraintese, senza essere prevaricanti, o senza accorgersi dell’impatto che la comunicazione verbale può avere sulla sfera emotiva e psicologica dei figli. Persino i silenzi possono causare danni, alla stessa stregua delle assenze.
Insomma, mamma non si nasce. Si diventa. Un mestiere difficile che dura tutta la vita ma che al contempo, fa apparire la vita un soffio perché – si sa – il tempo vola. Per questo motivo, quando una madre evolve in nonna sarà senza dubbio una mamma migliore, un esempio da ammirare e da cui imparare.
Perciò, nel giorno in cui universalmente si celebra la mamma, mi vien spontaneo pensare alla mia. Alla mia come nonna perfetta. Grazie anche a lei, un bambino è diventato un giovane uomo di cui tutti, proprio tutti, siamo fieri! A partire dalla sua mamma.
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