Nel Parco incantato con sorpresa

È una notte particolarmente invitante per fare due passi nel parco. Sono appena le 20.50 e le luci che ammiccano nel buio appaiono come richiami misteriosi, mentre la città puntuale si veste in abito da sera. 

Non è il solito Parco Ciani quello di questi giorni ma un vero e proprio bosco da fiaba che si risveglia a nuova vita quando sul lago cala la notte. Renne, cerbiatti e sfere magiche s’accendono di bagliori cristallini che si riflettono sull’acqua, ma ancor di più sui visi incantati di chi le osserva.

Non un bambino attorno, eppure tutti diventano bambini passeggiando tra i sentieri che portano fino alla Foce, là dove il fiume sposa il lago. 

A dire il vero non c’è più anima viva attorno e il silenzio diffuso invita a camminare senza calpestare le foglie, per non violare l’incantesimo. Sottovoce lo sguardo fruga tra le fronde, in cerca di qualche elfo o di qualche fatina che, senz’altro, staranno ben nascosti spiando l’umano incedere, sottraendosi all’invadenza di chi non può resistere a scattar foto con il telefono. 

Catturare la luce va bene, ma l’invisibile no. Ecco qual è, forse, il segreto fascino del bosco incantato. Non tanto ciò che si vede ma ciò che lascia immaginare. 

Un insistente fruscio dietro il possente tronco di un platano me ne dà la certezza, qualcosa si muove, forse scappa … e allora mi ritraggo con pudore, sentendo un’intrigante complicità per le creature della terra, delle foglie, dell’acqua e delle stelle. Quelle più lontane alla nostra sfera razionale ma affini alla dimensione più onirica che ognuno di noi, mi auguro, ospiti in sé.

Lascio l’eco di luci alle spalle e torno verso l’uscita, con il mio fagotto di emozioni e di voglia di raccontarle. Ma il bosco incantato mi riserva un’ultima sorpresa: uno, due, tre … tutti i cancelli del parco sono chiusi, grossi lucchetti li hanno resi invalicabili! Rido, ovviamente di me stessa. Se non fosse per il freddo tornerei a chiedere un paio d’ali alla fatina nascosta per poter volar fuori senza farmi vedere da nessuno. Ma anche lei starà ridendo di me insieme agli amici elfi, ne sono sicura, li lascio far festa. 

L’unica via d’uscita è il ristorante, fortunatamente ancora aperto. Busso alla porta vetro, permesso, posso? … son rimasta chiusa nel parco. 

Beh, dopo tutto anche ridere di se stessi e contagiare di leggerezza gli altri è buona cosa, soprattutto in questi tempi, dove alle favole non è facile credere.

P.s. Il sito del Parco Ciani indica la chiusura alle 23.00. Ecco, non credeteci!