Il bello della neve e il suo contrario

Ieri avevo pubblicato qualcosa sulla magia della neve. Sulla sua bellezza, che incanta per la sua purezza. E le immagini che spopolano sul web in questi giorni raccontano la stessa fiaba, al cospetto della quale, evidentemente, tutti si sdilinquiscono come bambini.

Tuttavia, una persona a me cara mi ha invitato ad ampliare questa visione eccessivamente fanciullesca, per comprendere tutti i significati che quest’apparente fiaba comporta.

“Vedi, per noi che viviamo in montagna tanta neve vuol dire tanto lavoro, tanta fatica e anche tanto pericolo … c’è tanto da fare, non è mai finita perché spali e spali ma lei ritorna, come se tutto il lavoro fosse stato inutile. Ma non è inutile, è indispensabile! E poi pensa a tutti i poveri animali della montagna, caprioli, cervi, scoiattoli, volpi, uccellini … loro non hanno la spensieratezza dei nostri cagnolini che dopo la passeggiata nella neve rientrano in casa, al caldo, con la pappa pronta!”

Lei, questa persona che la montagna la conosce da sempre, ha ragione. Scrivere poesie e pubblicare fotografie di paesaggi imbiancati non deve far dimenticare chi contro la neve deve anche lottare o, per lo meno, condividere pesanti disagi.

Ecco, anche queste persone che appartengono alla montagna vera, quella più dura e più fredda, ma anche tanto generosa proprio grazie al loro lavoro, queste persone sono anch’esse poesia. Sono bellezza e sono magia. Grazie per avermelo ricordato.  

Ps. La foto è di queste ore in Leventina.