Come uno scoiattolo

Questa mattina uno scoiattolo mi ha suggerito un pensiero.

Gli avevo lasciato tre noci sul davanzale della finestra, dove abitualmente, ormai da mesi, viene a rifocillarsi. L’ho spiato. Con la solita disinvoltura è saltato sul davanzale e ha agguantato con le zampine la prima noce. Ma anziché mangiarla, come sempre, l’ha portata con sé nel prato e ha cominciato a scavare freneticamente sprofondando anche con il musino nella neve. Qualche minuto e il nascondiglio è pronto.

Con cura ha interrato la noce ricoprendola di neve. Apparentemente soddisfatto del meticoloso lavoretto, è tornato al davanzale, ha preso la seconda noce e ha replicato la scena, scavando un altro buco poco lontano dal primo.

Dopo di che è saltato di nuovo con un guizzo sul balcone, ha afferrato l’ultima noce e finalmente se l’è gustata avidamente, scodinzolando gaudente.

Ora, il pensiero che questa creatura ormai di casa mi ha suggerito è che, in fondo, anche noi esseri umani dovremmo comportarci come gli scoiattoli. Le nostre noci sono i momenti felici, le emozioni gioiose, le esperienze appaganti, quelle che arricchiscono la mente e alimentano il cuore.

Di queste dovremmo imparare a fare tesoro, custodendole con devozione tra le pieghe della nostra anima, per recuperarle al momento opportuno.

Quando si è soli, delusi, confusi, impauriti. Nella nebbia, nel freddo o nel buio, si può sempre trovare quell’anfratto segreto in cui il nostro tesoro, fatto di emozioni buone, è nascosto. Facciamone scorta il più possibile, dunque, senza divorarle con ingordigia. Conserviamo i nostri momenti felici non solo come ricordi ma come doni.

Proprio come fanno gli scoiattoli con le noci. Per non morire di fame.