Ciao piccola Peggy

Parlava quattro lingue, mi divertivo a dire. L’italiano, il ticinese, l’inglese e la sua lingua: il “canese”. Peggy era abituata così, i complimenti li riceveva in italiano, i rimproveri in ticinese, le sgridate in inglese e con gli altri suoi simili comunicava nel modo in cui a noi umani non è concesso comprendere.

Oggi lei non parla più. 

Se n’è andata all’improvviso, in silenzio, dopo l’ultima passeggiata con il suo “padrone”, l’unico suo vero amore. L’ha potuto guardare negli occhi per l’ultima volta, sicuramente ringraziandolo per averla accompagnata anche in questa passeggiata senza prati, senza montagne, senza cieli azzurri, senza buoni odori, senza fiumi, senza un legno da cercare e riportare a lui … lui sempre pronto a capire i suoi umori, i suoi desideri, i suoi bisogni.

Una vita insieme fa di questo un triste giorno. La morte di un cane contiene la sofferenza di tutte le morti vissute, umane e non, perché il dolore di una perdita tocca sempre le corde più profonde di noi, quando si ama.

“Ci ha lasciati”. Ma stai tranquillo, lei starà già sicuramente correndo per altri prati, con ancora le tue carezze calde addosso, sospinta da questo vento che pare averla voluta portar via più leggera che mai. D’ora in poi sarà lei a sorvegliare te, guardandoti come sempre e per sempre con i suoi piccoli dolci occhi innamorati.

Ciao piccola Peggy.