17 febbraio 2022. Questo giorno resterà scolpito nella memoria e nei cuori di tutti gli Svizzeri. Da oggi, infatti, in tutta la Confederazione vengono abbandonati i maggiori limiti e obblighi dettati per due anni a causa della pandemia.
La notizia galoppa da ieri pomeriggio, almeno qui perché i telegiornali nazionali italiani ieri non ne hanno dato rilevanza. Si è fatta largo in tutti i Cantoni, in tutte le Valli, in tutte le case, riempiendo la testa e gli animi della gente di euforica leggerezza. Sì, perché riappropriarsi delle banali libertà quotidiane dopo tanta oppressione trasmette una sensazione di fanciullesca allegria, tanto che vien voglia di festeggiare come bambini. E la giornata di splendido sole sembra voler esaltare ancor di più questa rinascita alla normalità, accompagnandoci per mano verso la primavera.
Ma, d’altro canto, tutta questa frenesia dovrebbe anche far riflettere. Per esempio sul fatto che nella vicina Italia le cose stanno procedendo esattamente al contrario: l’obbligo vaccinale per i lavoratori è imprescindibile e addirittura viene richiesto il diabolico green pass anche per il lavoro svolto da casa, via internet, quasi fosse possibile infettarsi anche attraverso il computer. E la mascherina? Pure quella devono indossare gli Italiani che lavorano da soli in casa …?
A rendere tutto ancor più grottesco, è che i nostri due Paesi sono profondamente legati da scambi fisici, di persone che ogni giorno varcano i confini per lavorare. Pochi metri di distanza, due mondi diversi: uno ancora oppresso, l’altro finalmente libero.
Come si sentono, mi domando, questi Italiani costretti ancora a esibire nel proprio Paese un lasciapassare che è ormai evidente essere frutto solo di un mostruoso ricatto, oltretutto prolungato senza fondamento … Quale strategica logica obbliga ancora a discriminare, a dividere, a schiavizzare?
Queste domande restano dolorosamente sospese, unica ombra in una giornata di luce.
Mi auguro che presto anche gli Italiani – e non solo – possano avere il loro freedom day. Mi auguro che possano riappropriarsi dei propri diritti, gustando il sapore della normalità, come sta succedendo qui. In questo magnifico giorno in cui al posto delle mascherine tornano i sorrisi. Un giorno che resterà scolpito nella memoria e nei cuori di tutti gli Svizzeri!
Commenti recenti