Ciao Manu … ci vediamo domani!

Il profumo buono della tua casa, il calore avvolgente della cucina, l’abbraccio sincero che ti fa sentire in famiglia. Musica nell’aria e colori sulle pareti.

Sei entrata tardi nella mia vita, Manu. Ti ho conosciuto solo pochi anni fa, eppure la sensazione è di conoscerti da sempre. Non ho molte amiche, forse non ne ho del tutto, tu lo sai e mi hai fatto capire che questo è in gran parte per colpa mia. Hai ragione! Ma con te si è stabilito subito un rapporto di reciproco affetto, un sentimento di fiducia come quello di due animaletti che si annusano appena, eppure immediatamente sanno di potere andare d’accordo.

Ogni volta che siamo venuti a trovarti è stata per me un’emozione diversa, unica e indimenticabile. Camminare per i prati immensi della tua Leventina, vestiti di bianco, di verde o di giallo secondo la stagione, è sempre stato per me un lungo momento di meditazione, di ispirazione, in perfetta armonia con la natura e con me stessa, lontana dal resto del mondo, quello rumoroso, frettoloso, isterico. Da te si respira pace e si rinasce.

Tu mi hai insegnato tante cose, senza volerlo, con la naturalezza della condivisione e del dialogo. Mi hai insegnato un po’ del tuo dialetto (che fatica all’inizio dire “scistroi”), a raccogliere i funghi buoni, a dare i nomi ai fiori dei prati, anche a quelli più piccoli e nascosti, invisibili a tanti ma non a te. Mi hai insegnato che la neve per chi vive in montagna non è poesia, come per chi scrive, ma tanta fatica e duro lavoro.

Ma soprattutto mi hai fatto capire cosa voglia dire dedicarsi agli altri, tu sempre generosa con tutti prima che con te stessa. Non solo con noi umani ma anche con gli animali … con tutti i tuoi cagnolini innanzitutto, fino alla povera Bea, i tuoi asinelli, coccolati e spazzolati tutti i giorni, i gattini che Mina sceglie sempre di partorire a casa tua perché lì sente l’amore, gli uccellini che sanno di trovare cibo e rifugio nella casetta appesa sotto il tuo balcone, la volpe fortunata con il cibo che le porti tutti i giorni, e persino i topini che ti sei divertita a prendere e a colorarne la codina prima di liberarli nel bosco per poterli riconoscere se fossero tornati. 

Penso che chi ha avuto la fortuna di incontrarti nella vita abbia ricevuto senz’altro qualcosa da te, qualcosa di umanamente prezioso. Adesso sarebbe giusto poter ricambiare, poterti ringraziare restituendoti i sorrisi, l’energia e l’affetto che hai seminato con il tuo modo d’essere disinteressato e altruista. Ma anche oggi, anche questa volta, sei tu a regalare a noi qualcosa. Un sentimento profondo, quello di eterna riconoscenza per averci accolto nella tua vita.

Impotenti, raccogliamo nel cuore tutti i momenti felici vissuti insieme a te e a quelli ci aggrappiamo per esorcizzare la rabbia e la tristezza di non poter dirti più “ciao Manu, ci vediamo domani!”. 

Hai combattuto fino all’ultimo con grinta, come una leonessa, come dice la tua amica Silvia. Solo pochi giorni fa sei stata a un matrimonio, lo volevi con tutte le tue forze, come a voler celebrare ancora una volta la vita, l’amore, la felicità. Quella degli altri, come sempre.

Una volta mi hai regalato un quadro dipinto da te, uno dei tanti perché avevi un grande talento. L’avevo appena apprezzato e tu subito l’hai tolto dalla parete di casa per darlo a me. Da allora è nella mia camera, quella donna nuda distesa su un fianco in posizione fetale, con la testa nascosta tra le mani, sospesa su un letto d’acqua dorata. L’avevo subito trovato bellissimo quel quadro ma ora ha un senso nuovo. Si è improvvisamente animato di una malinconica leggerezza, di una lenta evanescenza che solo oggi, per la prima volta, con un brivido avverto. 

Ciao Manu, grazie ancora e per sempre. Vola libera e leggera con la tua tavolozza di musica e colori. Son sicura che dove sarai ora potrai finalmente finire in pace quel quadro segreto, quell’ultimo regalo che tanto desideravi lasciare al tuo amato Angelo.