Storia di un’italiana che ama la Svizzera

Intervista di Marilena Lualdi a me, pubblicata su La Provincia di Como il 28/01/2021

– Tu ti descrivi come un’italiana innamorata della Svizzera: qual è la caratteristica che ti ha conquistata fin da piccola, come racconti?

Avevo circa sette anni quando mio padre e mia madre mi portarono per la prima volta in Ticino. Il mio primissimo ricordo è che, appena varcato il confine, il mondo come per magia cambiava. Prati, colline, mucche e cavalli anziché asfalto e cemento, per non parlare poi di lui, il lago, che come un miraggio appariva non appena imboccata la Cantonale all’altezza di Capolago. Oltretutto, allora le auto in circolazione erano sensibilmente meno, perciò anche il silenzio mi incantava. Questo panorama esteriore incontrava evidentemente quello interiore di una bambina innamorata della natura, degli animali e della libertà di interagire con essi. So che già allora dissi a me stessa: “da grande verrò a vivere qui!” e, grazie anche alle persone che mi vogliono bene, ho realizzato un sogno di cui non ho pentimenti.  
– Com’è il turismo dal tuo punto di vista in Svizzera, Ticino in testa ed Engadina ecc, in questa stagione? Neve, sci, ma anche altri modi di vivere la bellezza dell’inverno qui? Quest’emergenza sanitaria ha di fatto fermato tutto, oppure ci sono stati spazi, spiragli in cui vivere comunque queste splendide zone?

L’emergenza sanitaria non ha fermato la fame di natura, anzi l’ha esasperata. La maggior parte di noi, già dallo scorso marzo, ha imparato a conoscere e apprezzare luoghi più vicini a casa (il paradisodietrocasa, come lo chiamo) che, forse, senza il confinamento imposto non avremmo scoperto. Ricordo che qui, a differenza dell’Italia, si poteva uscire di casa. Ora si sta ripetendo, anche se in maniera più morbida, la stessa situazione (è di oggi – 13 gennaio – la conferma di un inasprimento delle restrizioni fino a fine febbraio). C’è però il freddo, c’è la neve, pensate che in questi giorni in Engadina si è arrivati a meno 24 gradi. Eppure si va: dalle Prealpi luganesi che incorniciano il Ceresio fino a Silvaplana o Sankt Moritz, per limitarci ai Grigioni, sono tantissime le persone che si riappropriano della libertà camminando, ciaspolando o arrampicandosi sui crinali. Non solo sci, dunque, ma semplicemente voglia di stare fuori, all’aperto, di respirare. So di situazioni anche paradossali, di piste da sci prese d’assalto durante le festività, o di viavai frenetici di motoslitte sui Passi altrimenti deserti e silenziosi. A proposito, vorrei ricordare che anche i Passi sono bellissimi, non semplici luoghi di passaggio ma veri templi naturali dove perdersi per ritrovarsi, ricchi di laghetti e cascate, perché la Svizzera pur non avendo un mare è innervata di corsi e specchi d’acqua che rigenerano. Anche questi sono “spiragli” in cui vivere queste splendide zone. Spiragli in cui capita anche di sconfinare, andando senza volerlo contro le regole del momento. Ci sono, infatti, montagne in Ticino in cui il confine con l’Italia è impercettibile, talvolta segnato solo dalle tracce della ramina che in questa stagione è coperta di neve. Perciò è facile che italiani e svizzeri s’incontrino varcando invisibili linee di confine, dove non c’è zona rossa gialla o arancione ma solo bianca come la neve e azzurra come il cielo. E questo è bellissimo! 
– C’è qualcosa che potremmo o dovremmo apprendere dalle proposte turistiche di questa zona su come fare turismo dalle nostre parti?Ho visitato quasi tutti i Cantoni, in ogni stagione. Ognuno ha le sue bellezze, le sue gemme, non potrei mai dire quale angolo di Svizzera sia più affascinante. Così è anche per l’Italia con le sue regioni. Quello che però, al di là della bellezza, fa la differenza e rappresenta il comune denominatore dal Ticino a Schwitz, dai Grigioni a Ginevra è l’ottima organizzazione dei mezzi di trasporto pubblici. Anche senz’auto è possibile gustare un viaggio in tutta la Svizzera utilizzando solo treni, postali, funicolari, cabinovie e battelli, potendo contare sulla puntualità e sulla capillarità della rete di trasporto. Esistono anche possibilità di acquistare abbonamenti che includano tutto: dai biglietti del treno a quelli del battello, fino agli ingressi nei musei (ora purtroppo chiusi). Ecco, questo è un buon esempio che la Svizzera può offrire non solo all’Italia, perché turismo non è solo soggiornare in Hotel o andare a sciare ma è anche viaggiare in maniera sicura e sostenibile. Un’ultima osservazione: oltre la natura c’è di più, perché nel bel mezzo di una valle capita spesso di imbattersi in una chiesa, in un castello, in interi villaggi mantenuti intatti nel tempo. Una magia dentro la magia, dove la cultura, le tradizioni e la storia infondono alla Svizzera quel tocco inconfondibile in più che irrimediabilmente contagia …senza rischi.