Isesi, il neonato Doc di casa Pellegrino

È un vino eroico Isesi, come lo è la viticoltura di Pantelleria, isola sospesa tra la Sicilia e l’Africa, gioiello del Mediterraneo. Lì dove i venti soffiano intensi, dove i sentieri impervi di roccia lavica precipitano nei flutti e dove il sole arde impietoso, le viti ad alberello di zibibbo, la cui coltivazione è patrimonio dell’Umanità Unesco, crescono riparate da muri a secco costruiti da mani sapienti. Secoli di fatiche e di tenacia sono custoditi dentro ogni singolo sasso che difende le viti, protette con paterna amorevolezza affinchè possano crescere forti come la gente dell’isola.

Il nome di battesimo di questo neonato in casa Pellegrino, Isesi, vuole essere un tributo a Pantelleria, dove quasi 5000 anni fa una popolazione proveniente dall’Africa si insediò per sfruttarne i preziosi giacimenti di ossidiana, l’oro nero dell’antichità. Questi avventurosi viandanti vennero chiamati Sesioti, ovvero la popolazione “dei Sesi”, come si definivano le loro strutture megalitiche a forma di tronco di cono. 

Il nome proviene dal termine dialettale usato dai contadini panteschi per indicare i cumuli di pietre laviche caratteristiche del territorio. I Sesi sono dunque una delle testimonianze più autentiche del singolare passato dell’isola. Ed è a questo simbolo ancestrale che Cantine Pellegrino ha deciso di dedicare Isesi, un vino bianco zibibbo Pantelleria doc, espressione autentica di questa terra unica. 

Un motivo in più per brindare ai 140 anni di vita della Cantina, stimata in tutto il mondo per la produzione di vini bianchi e rossi, moscati, passiti e marsala, anima dell’isola.
Le viti di zibibbo sono speciali: battute dal forte vento, trattengono il sale marino mentre le radici, allungate in profondità, si appropriano dei sali minerali di cui è ricco il terreno, e questa magia si riversa nel calice, quasi fosse una rinascita.

L’alchimia, in realtà, ha le sembianze umane degli enologi di Cantine Pellegrino che sono riusciti, con Isesi, a “partorire” un vino come un vero e proprio figlio dell’isola. La raccolta delle uve è manuale e avviene nella prima decade di settembre. Le uve vengono vinificate in riduzione con pressature soffici, per ottenere un vino equilibrato ed elegante. 

Dodici mesi di affinamento in acciaio gli infondono un bouquet aromatico molto marcato: al naso si percepiscono spiccate note di mela verde, pesca bianca, fiori di cappero e gelsomino, accompagnate da lievi sentori di fiori e salvia. Nel bicchiere si sprigiona tutta l’espressione aromatica del gelsomino, del pompelmo e di olii essenziali.

Queste sono le liriche classiche che ogni buon sommelier ama decantare ma anche un semplice buongustaio può lasciarsi sedurre sorseggiando e respirando Isesi. La sensazione è quella di masticare acini di uva, pieni, densi, intensi come il sole dell’isola. 

Isesi si sposa con piatti di pesce, come baccalà al forno o pesce spada alla pantesca, ma anche solo con i pensieri di ognuno di noi, magari lasciati vagabondare liberi davanti a un tramonto sul mare. 

Ad avvolgere il vino un’elegante bottiglia scura, sobria ed essenziale, nera come le pietre vulcaniche dell’isola. Tre gocce d’oro impreziosiscono l’etichetta sottolineando la pregevolezza di questo nettare, frutto del duro lavoro dei contadini panteschi.

Dunque, benvenuto Isesi, con te Pantelleria ha un figlio in più!