CHINASCHI E SAI COSA … RESPIRI

 
Un boccale di follia tutto da gustare
DARK WEISS
C’è chi le preferisce bionde, chi rosse, chi brune. Chi le ama leggere, chi robuste, chi eleganti.
Del resto, si sa, quando si tratta dei piaceri della vita de gustibus et coloribus non est disputandum. In questo caso però non si parla di donne ma di altre signore: le birre, un universo del bere affascinante ed intrigante, forse quasi quanto quello delle donne. Un universo liquido che possiede segreti e sorprese: per esempio pochi forse sanno che alcune tra le birre artigianali più seducenti sono prodotte nel nostro bel Paese, precisamente nel Sud più mediterraneo. Ovvero in Sicilia.
È curioso questo, perché la Sicilia in “bottiglia” evoca istintivamente il buon vino. Quello pregno di sole, di mare e di tanta passione. Eppure esiste questa Sicilia da bere alternativa, altrettanto audace e fiera di quella enoica, che sfida nuovi orizzonti per far conoscere al mondo le eccellenze di una terra capace di stupire, sempre.
“Storie di ordinaria follia. Ce ne vuole più di un boccale, di follia, per arrivare a immergersi nell’avventura della produzione di birra artigianale.” Così si esprime Francesco Puma il quale, dopo anni di collaudo tra le mura di casa, nel maggio 2015 con la collaborazione del giovane enologo Vincenzo Leone, ha dato vita a quella che oggi è l’unica azienda agricola trapanese dedita alla produzione di birra, nonché secondo birrificio artigianale della provincia di Trapani.
Più che follia, originalità come il nome stesso della birra suggerisce: pescato dal dialetto siciliano “chinaschi”, ovvero “con il naso”, giocando contemporaneamente sul celebre alter ego di Bukowski, con la c al posto della k finale.
Originale nel nome, nobile nel fine: quello di valorizzare la propria terra, semplicemente perché bella, generosa e produttiva. “Il filo conduttore che lega i nostri prodotti è l’esaltazione della Trinacria, l’orgoglio siculo che si riflette nelle varie tipologie di birra Chinaschi – insiste Francesco Puma – Infatti, l’azienda utilizza grani antichi autoctoni, seminati all’interno dello stesso padiglione. È tutto realizzato lì, in un centinaio di metri quadrati, giorno per giorno, con la passione e la cura che crescono, perché chi semina grani buoni raccoglie Chinaschi”.
Ecco dunque il vero segreto di questa birra artigianale: lo stretto legame con il territorio da cui nasce, come un figlio con la madre. Non solo luppolo ma profumo di grano e di agrumi, fragranza di pane, sentori floreali e resinosi. Tutti ingredienti tipici della sicilianità, come la buccia di arancia rossa aggiunta a fine bollitura e il frumento perciasacchi, pregiato grano duro autoctono. Per questo quando si beve una Chinaschi si respira (rigorosamente con le proprie “naschi”) aria di casa e si ripercorrono con il cuore i tramonti d’albicocca che indorano le candide saline marsalesi, o il profilo azzurro delle Egadi carezzate dal vento. Dalla Blanche alla Dark Weiss, dalla Pale Ale alla American Pale Ale, tutte le birre Chinaschi sono rifermentate in bottiglia, non filtrate e non pastorizzate e il sedimento sul fondo della bottiglia testimonia la genuinità del prodotto. Presto saranno disponibili le Italian Grape Ales, prodotte con vino proveniente da vitigni autoctoni, Cataratto, Grillo e Zibibbo, e grano perciasacchi. Un ulteriore traguardo da respirare nel boccale.
www.chinaschi.it