La pace che c’era

È una Pasqua quasi estiva quella che si sta lentamente consumando in queste ore. Calda ma soprattutto silenziosa e odorosa. 

Silenziosa, perché la maggior parte della gente, anche qui in Ticino, s’è adeguata agli insistenti inviti che le circostanze impongono, ritirandosi dunque nei confini delle proprie abitazioni. Odorosa, perché chi ha la fortuna di godere di un pezzo di giardino si dedica a grigliate e pranzi all’aperto, seminando nell’aria prepotenti fragranze di brace che si mescolano ai profumi delicati degli alberi in fiore solleticati dagli insetti impollinatori. 

Il lungolago e i parchi, pressoché deserti, sono popolati quasi esclusivamente da cigni, papere e tulipani, un mare di tulipani che fanno a gara per elevarsi al sole e colorare Lugano di rinnovata bellezza. Assorte anche le montagne che cingono il Ceresio, in attesa che i loro impazienti amanti tornino ad esplorarle con la stessa eccitazione di un primo appuntamento.

L’atmosfera sospesa che aleggia tutt’attorno è forse poco aderente allo spirito pasquale, anche per l’assenza dei consueti riti religiosi condivisi, e corteggia piuttosto il desiderio di spensieratezza, la fame di libertà, il bisogno di normalità. Famiglie unite in casa ma anche famiglie divise in questo giorno di festa, perché dentro ogni abitazione c’è una storia diversa, a volte all’insegna di una ritrovata armonia, altre volte scossa da inattesi dissapori.

In ogni caso è profonda la sensazione di vivere, e contemporaneamente di osservare, lo scorrere di questo tempo apparentemente immobile,  con tutti gli eventi che lo stanno contraddistinguendo e cambiando ora dopo ora.

Ben venga, dunque, anche questa Pasqua quasi estiva. Un giorno in più da vivere e da ricordare quando tutti avremo ritrovato la spensieratezza, la libertà e la normalità a lungo desiderate. E chissà che allora – presto si spera – non ripenseremo a quest’atmosfera sospesa anche con un sottaciuto velo di nostalgia. 

Quei lunghi silenzi per le strade deserte, quei buoni odori di brace sparsi nell’aria, il ronzio degli insetti tra i capelli profumati degli alberi … Ti ricordi? Che pace che c’era …