Insieme. R.I.P.

Quando muore un personaggio pubblico è caccia a foto scattate insieme a lui o lei.

Coloro che in passato hanno avuto la ventura di farne la conoscenza o di averne l’amicizia, nel giorno della dipartita si prodigano a frugare nell’archivio delle proprie memorie per rinvenire un’immagine che ritragga i due uniti da un abbraccio, durante una conferenza, una cena, a una partita sportiva, in qualunque situazione purché insieme.

Mi domando se quest’istinto nasca dal desiderio sincero di omaggiare con un ultimo saluto la persona scomparsa che si stimava o si amava o se, piuttosto, sia un’irresistibile spinta di protagonismo che consenta, almeno per un giorno, di diventare a nostra volta famosi. 

Come dire: “io lo conoscevo bene, guardate!”. Quasi fosse un merito aver conosciuto quel personaggio, un vantaggio nei confronti di chi invece ha potuto semplicemente ammirarlo in televisione, su un palco o al cinema. E, di conseguenza, ricordarlo solo così, per quello che era per tutti i suoi estimatori, indistintamente.

Varrà meno, forse, il dispiacere discreto nei confronti della morte. Quello anonimo, che non ha bisogno di esibizioni e di dimostrazioni ma solo della liberazione di una lacrima nascosta. O di poche parole, come queste.