Fiumi di parole e silenzi

Perché non scrivi più …?

Me lo stanno chiedendo diverse persone, abituate a leggere le mie abituali scorrazzate “letterarie” tra limpidi cieli stellati, ruscellanti acque e montagne pregne di energia.

Semplice. Non sto scrivendo perché in questo periodo nebuloso non sento il bisogno, né il piacere, di esternare le emozioni e i pensieri che mi animano. Mi basta viverle.

Quando mi guardo allo specchio, quello interiore intendo, mi accorgo che – a parte le vere presenze nella mia vita – tutto ciò che mi circonda mi è estraneo, sempre più estraneo. Mi sento calata in una realtà alla quale non sento di appartenere. Un mondo storto, malato, impazzito, fatto di urla ma anche di bavagli, in cui le relazioni umane sono lacerate in maniera apparentemente irreversibile. Un mondo di cui il web è una fotocopia, ahimè, dolorosamente sincera. 

E allora, mi chiedo, che senso ha dare in pasto a quest’arena avvelenata un racconto lieve sulla bellezza di una passeggiata tra i boschi odorosi d’autunno o sulla magia della prima neve sul lago … Parole leggere, appunto, come le foglie dismesse dalle chiome degli alberi che in questi giorni indorano i sentieri.

Al contrario, rintanarmi nelle mie emozioni, accoccolarmi dentro i miei pensieri mi fa stare bene, mi fa sentire libera, autentica. E mi è sufficiente condividere queste sensazioni con chi davvero mi conosce, mi apprezza, o mi accetta nonostante tutto.

Ma tu con le tue parole regali emozioni … a me fa bene leggerti! 

Mi lusinga, davvero, e allora ecco che riapro questa piccola finestra, giusto per dare un segnale di vita e per dare un messaggio forse banale ma in fondo importante: si può essere protagonisti anche in silenzio, in privato, dietro le quinte. Si possono scrivere fiumi di parole anche senza pubblicare romanzi, l’importante è innanzitutto vivere, emozionarsi, commuoversi, gioire, sperare e anche soffrire, sì! Sempre con la consapevolezza che le persone dentro il nostro cuore sono il bene più grande che “possediamo” e pertanto meritano ascolto.

È grazie a loro e per loro che oggi torno a scrivere …