Anno 1 d.C. Figli del nostro Tempo

È molto difficile per l’Essere umano capire le dinamiche che coinvolgono la società alla quale appartiene. I fatti macroscopici, come una guerra, una rivoluzione o una pandemia, sono come gigantesche bolle che assorbono tutto e tutti nell’istante stesso in cui nascono, catapultando i singoli individui verso un’unica ineluttabile direzione. 

Spesso, tutto accade talmente velocemente che non si ha proprio il tempo necessario per capire, per ragionare, per scegliere, per dissentire. Anche perché l’informazione bombardante rende tutti uguali, o almeno ci prova, uniformando i pensieri come farebbe un mostruoso ideale bulldozer su un prato verde. E così si diventa parte di quel Tutto con un proprio destino, superiore a quello delle singole parti, ovvero gli individui. Un po’ come il mitico Leviatano di Hobbes!

Questo è ciò che sembra essere successo alla nostra società a partire dallo scorso anno, dal gennaio 2020, quando un misterioso virus – chiamato in seguito Covid 19 –  ha perentoriamente detto stop ad abitudini, modi di pensare, di desiderare, di progettare, di sognare, frantumando certezze e sottomettendo il mondo a quel Grande Reset di cui oggi siamo tutti malcapitati protagonisti e vittime. 

La sola cosa certa è che tutto è cambiato – dalla sfera sociale a quella economica a quella più intima – e che nulla pare poter tornare esattamente come prima, perché è innanzitutto la nostra mente ad essere cambiata.

Siamo figli del nostro Tempo e, forse, solo la prossima generazione potrà comprendere veramente quali trasformazioni la nostra società ha subito nel corso di questi ultimi due anni. Di certo si è trattato di un mutamento epocale, difficile da afferrare in tempo reale, proprio perché ancora subdolamente in corso, come un fiume carsico che prima o poi emergerà prepotente in superficie con strascichi imprevedibili.

In questo grottesco scenario, non pare esagerato azzardare che ci siamo trovati a vivere in un nuovo “anno 1”. Se, convenzionalmente, a.C. e d.C. hanno sempre indicato “avanti Cristo” e “dopo Cristo”, oggi, dopo secoli, lo spartiacque tra due epoche è ancora rappresentato da una C. Una C che, tuttavia, con Gesù Cristo non ha nulla a che fare.