Com’eravamo, giovani e folli!

Tutto è cominciato per caso. Una foto di mio figlio all’epoca delle scuole medie, un secolo fa pare! Saltata fuori dal sacco di ricordi che brulicano silenti, in ognuno di noi, nei meandri delle memorie più care, eppure tanto amene…

E allora, da un flash tanto inatteso quanto colorato, ecco che ho cominciato a tuffarmi nel pozzo profondo dei momenti fondamentali che hanno segnato la mia vita. Momenti scolpiti in immagini che, riguardando, a volte non riconosco, o meglio, non riconosco una me stessa ancora assai giovane, acerba, insicura, incompleta ma … accidenti! così curiosa, vivace, accesa, effervescente come spuma di mare sferzata dal vento. 

Tanti viaggi, lontani e vicini, infinite avventure al limite dell’incoscienza, oggi direi col senno di poi … ma, si sa, la coscienza e la prudenza son virtù che appartengono all’età matura e alla vecchiaia, ahinoi. 

Fatto sta che nel circo di ricordi in cui mi son divertita a gironzolare, un momento in particolare mi ha fatto sobbalzare. E riflettere. 

Era il 2011, in una Roma caldissima. Insieme allo scrittore Vittorio Salvati presentavo il romanzo scritto insieme a lui, Schegge d’amore rosso dieci, un’avventura davvero speciale che ci ha legato mentalmente per diversi anni. 

Riguardando le foto che ci ritraggono durante quelle presentazioni, rivivo tutta l’insicurezza che tentavo di celare di fronte alla gente, io così schiva – allora come oggi – di presentarmi in pubblico, piccolo o grande che fosse.

Tuttavia, dietro quella timidezza, covava inconsciamente la certezza che quel momento fosse un passo fondamentale della mia esistenza, perché quel piccolo parto letterario stava dando un senso concreto al mio scrivere per puro diletto.

Guardando negli occhi la ragazza in foto che ero allora, certamente provo il rimpianto del tempo passato, è naturale, ma sento soprattutto tanta gratitudine verso chi, in tutti questi anni, ha creduto nel mio scrivere e ancora ci crede, perché io da sola non ne avrei visto alcun valore. 

Pensare di poter scrivere un libro era semplicemente una follia, a mio sentire, ma – come sta scritto da qualche parte in Schegge d’amore rosso dieci – quando la follia bussa alla tua porta, sii così pazzo da aprirle!