Mi pare ieri che m’arrampicavo sul Monte San Salvatore in calzoncini e maniche corte. Era già novembre ma il piacere della camminata sotto un tardivo sole, da Pregassona alla vetta e ritorno, imprimeva alla pelle un sudore ancora estivo che sapeva di energia, di libertà.
Oggi, alla bellezza di quegli ultimi sorsi di natura ancora rigogliosa si sovrappongono impressioni altrettanto affascinanti, se pur completamente diverse. Quelle di una città che s’è da poche ore illuminata a festa. Come una nobildonna in abito da sera, ieri Lugano ha salutato il primi brividi di dicembre con un fantasmagorico arazzo di ricami urbani che ha scaldato tutti. Impreziosita da lapislazzuli, smeraldi e rubini, una miriade di luci la decora d’impalpabili gioielli che riecheggiano dalle fronde delle palme di Paradiso specchiandosi nel lago.
La prima notte di festa ha risvegliato una magia che trascende i luoghi comuni scontati legati alle feste natalizie, ma che suscita piuttosto un’ammirazione unanime per qualcosa d’indiscutibilmente bello e ben fatto. Lo stesso re di dicembre – l’immancabile Albero di Natale – con la sua scintillante apparizione va oltre il suo scopo, oltre il suo significato simbolico, perché è un’opera d’arte vera e propria, messa in posa con esemplare maestria.
Bisogna ammetterlo: la città così bella, forse, non s’era mai vista. E allora sentiamoci orgogliosi di questa danza sontuosa, lasciamoci contagiare dalle sue vibrazioni. Proiettiamoci nelle giravolte dell’imbrunire, insieme alle stelle dorate sulle facciate dei palazzi di Piazza Riforma, alle luci ipnotiche di Alley of Light che ammiccano al Lac e ai riflessi d’acquarello della pista di ghiaccio di Piazza Rezzonico. Con allegrezza, con spirito leggero e pur grato per esser parte di tanta bellezza.
Dopo tutto si tratta di un soffio, lo sappiamo, proprio come le luci colorate che s’accendono e si spengono al ritmo del cuore. Quando questo caleidoscopico teatro avrà lasciato nelle piazze solo un’eco di scintille dorate, e la nobildonna sarà di nuovo spoglia del suo bell’abito da sera, resterà più che mai vivo in ognuno il sentimento di ammirazione per una città che stupisce e che rinasce in ogni stagione.
Chiuso questo sipario, se ne aprirà un altro. E allora mi parrà ieri che mi stupivo davanti al fantasmagorico arazzo di ricami urbani, quando sarò animata di nuova energia per arrampicarmi sulle mie amate vette, impazienti di rubare la scena alla città.
Bellissima penna,come la padrona
Grazie Angelo!