Napa Valley, dove il vino è poesia

“The wine is bottled poetry”. Questo è il benvenuto inciso su un’insegna in legno che campeggia all’ingresso della Napa Valley, il regno di Bacco californiano. Una celebre frase – di Robert Louis Stevenson, scrittore scozzese dell’800 – tanto semplice quanto eloquente, che associa la bellezza del fare il vino a quella del poetare. Sì, perché così come una poesia, rileggendola a distanza di tempo, rivela nuances emotive diverse, allo stesso modo una bottiglia di vino esalta sfumature differenti dallo stappo alla decantazione e da un anno all’altro. 

La bellezza contraddistingue anche il territorio, non solo il vino che qui si produce. Una fetta di California baciata dal sole e carezzata dai venti salmastri della Baia di San Francisco, distante poco più di un centinaio di km. La Napa Valley è un esempio di come la Natura possa essere addomesticata con buon senso dalla mano dell’Uomo, restituendole ciò che essa ci dona attraverso il lavoro. Con le sue verdeggianti colline, i boschi di conifere, eucalipti e sequoie a perdita d’occhio, i generosi vigneti,  e con oltre 400 cantine, la Wine Country – con Napa e Sonoma – in passato poco valorizzata, rappresenta oggi la “Toscana” californiana e ogni anno attira intenditori e amanti del buon vino da tutto il mondo. 

La storia della viticoltura qui risale al 1838, quando George Yount piantò il primo vigneto con l’uva Mission. Più avanti, nel 1861, Charles Krug fondò la prima cantina, dopo di che lo sviluppo dell’enologia della Napa Valley è stato vertiginoso, superando calamità naturali, come l’inossidabile filossera, e restrizioni commerciali dettate dal proibizionismo. Dal 1920 al 1933, infatti, la produzione di vino e di qualsiasi bevanda alcolica fu drasticamente limitata in tutti gli Stati Uniti, con l’eccezione della diffusione di vini sacramentali o terapeutici. Il proibizionismo segnò dunque la fine di centinaia di cantine ma non compromise i consumi che, paradossalmente, aumentarono clandestinamente. Perché, si sa, ciò che è proibito è ancor più ambito. 

Ma è il 1976 a consacrare il valore enologico di questa terra: quando un Chateau Montelena Chardonnay di Calistoga superò nove altri Chardonnay durante una degustazione alla cieca, cui parteciparono vini molto prestigiosi provenienti da Parigi. Oggi la regione vanta alcune delle uve più apprezzate al mondo, incluso il To Kalon Vineyard, piantato negli anni ‘60 del 1800, oltre a bottiglie di culto contemporaneo, come Screaming Eagle e Harlan Estate. Chenin blanc, sangiovese, cabernet franc, cabernet sauvignon, riesling, chardonnay, syrah, petit syrah, savagnin, melange blanc, aglianico, fiano e il mitico zinfandel, sono alcuni dei vitigni che oggi vengono coltivati in tutte le sottozone della Napa Valley. Non serve essere sommelier o intenditori per assaporare la “bellezza” dei Cabernet Sauvignon e degli Chardonnay della regione, oltre al rosso Merlot, carico di sentori di ciliegia in cui si riversa tutto il sole di questi cieli. Basta essere curiosi e aperti a panorami che innamorano i sensi.

Lasciamoci dunque sedurre da una regione che incanta in ogni stagione. Anche perché Napa Valley non è solo vino.

Oltre alle numerose sale da degustazione, dalle più sofisticate a quelle più informali, la cittadina di Napa, sulle rive del Napa River, ospita ristoranti stellati e hotel di lusso che ben s’accostano ai dintorni di campagna, ai negozi, alle cioccolaterie e ai caffè, mescolando con armonia atmosfere chic e bucoliche. Da non perdere una visita a Oxbow Market, un vivace mercato in cui poter gustare ostriche freschissime, salumi, tartufi al cioccolato come i Tart Cherry Cabernet, e molte altre golosità  locali. Passeggiando lungo il fiume, incanta la bellezza minimalista di Morimoto Napa, sdilinquisce il pesce freschissimo di Celadon, e sulla riva opposta strizzano l’occhio i piatti raffinati dello chef Ken Frank, al La Toque. Chi decide di pernottare qui può scegliere tra soluzioni di gran classe, come Andaz Napa, o B&B dall’ospitalità unica, come l’elegante Churchill Manor o il Cedar Gables Inn.

Un altro must, durante un soggiorno qui, è senz’altro il Napa Valley Wine Train: un treno d’altri tempi che si tuffa nella natura più selvaggia, fino a St. Helena, offrendo ai passeggeri degustazioni di vini accompagnati da piatti locali, conditi da panorami indimenticabili. L’ambiente elegantemente vintage riporta alle scene di vecchie pellicole dei primi del ‘900 e anche il tempo pare rallentare per far meglio assaporare il piacere del viaggio. 

E se dopo tanta bellezza e bontà qualcuno gradisse ancora la cosiddetta “ciliegina sulla torta”, un’escursione a San Francisco è l’ideale, data la vicinanza della città alla Napa Valley. Dal Golden Gate ai moli di Fisherman’s Wharf e Pier 39, fino ai negozi di Union Square, dalla perturbante Alcatraz all’intrigante China Town, la città cullata dall’eterna nebbia è un ulteriore sorso di vitalità che, così come un buon vino californiano, non ubriaca i sensi ma li accende di poesia.