Festa della Donna, l’inno al femminino

Dedicare un giorno dell’anno alla Donna ha forse poco senso ai tempi nostri. L’origine socio-politica della festività è ormai anacronistica, tanto più in una società sempre più flessibile (e forse un po’ confusa) circa la categorizzazione dei ruoli sessuali. Ma è possibile scavare più sotto e recuperare l’anima della Donna, l’archetipo del femminino? Chissà se la Donna contemporanea si sente più simile ad Antiope, audace regina delle Amazzoni; al Soldato Jane della pellicola americana; oppure conduca le sue battaglie nella concentrazione di un laboratorio, con lo spirito indomito di una Rita Levi Montalcini; oppure agisca con la tempra delle migliaia di donne senza nome impegnate per la difesa dei propri diritti elementari, come accade in molte culture lontane dalla nostra. 

Probabilmente, la Donna di oggi è tutto questo insieme, declinato secondo gli spaccati geografici, culturali e sociali. E di certo, sia che si tratti di passione politica o di amore per la scienza, di promozione di una nuova cultura o di attività sociali poco cambia: quando la spinta motivazionale è forte, l’abnegazione femminile è totale per difendere i propri ideali, soprattutto quando è in gioco il bene comune. Forse, in questo donarsi totalmente in virtù di un ideale giusto, si cela lo stesso afflato che nutre la Donna verso il figlio. E se gli ideali cambiano con l’epoca e la cultura, quella spinta motivazionale non si spegne, come fosse una sorta di energia tellurica pronta a sgorgare dalla bocca di un vulcano in sopita attesa.

Visto così, l’archetipo femminile è ben rappresentato dall’intramontabile carisma della Pulzella d’Orléans, eroina della Guerra dei Cent’anni e simbolo di una bellicosità mistica. In virtù dell’aura magica che l’accompagnava sin da giovanissima, fu detta, infatti, “la divina” probabilmente come contraltare laico alla sua santità e in omaggio alla sua femminilità oltre che alla sua vocazione di guerriera. Essa è e rimarrà imperituro esempio di come la Donna possa diventare al contempo un mito, una santa e una dea nell’immaginario dell’umanità non solo contemporanea ma millenaria. Vista in trasparenza, oltre le vesti della sua epoca, Giovanna d’Arco è una guerriera profondamente sensuale, castigata e contemporaneamente esaltata dalla sua uniforme da battaglia decorata di bianchi gigli, una guerriera che imbraccia la spada della liberazione come fosse un privilegiato oggetto d’amore. Quell’accostare l’arma al viso, ritratto in un’infinità di immagini, suggerisce un’identificazione tra la Donna e il suo ruolo: la lotta per la difesa delle proprie credenze e delle proprie ambizioni, fatte di giustizia e lealtà. Non è un semplice impugnare la spada il suo: scatta quasi un bacio tra le labbra carnose appena protese e la lama affilata. 

Ecco perciò che in Giovanna d’Arco si riassume tutta la forza della Donna, compreso il suo lato maschile stemperato nella dolcezza dello sguardo e nei lunghi capelli. Credo che ogni Donna possa riconoscersi in questi tratti psichici, oggi come sempre. A Lei dedichiamo gli auguri di tutti noi!