CINQUE BUONE RAGIONI PER VISITARE UNO DEI PARADISI TERRESTRI PIU’ AFFASCINANTI, CULLA DI NATURA, STORIA E CULTURA
Alcune località esotiche evocano sentimenti tanto intensi da non essere traducibili a parole. Una di queste è l’Arcipelago di Capo Verde che, con la sua personalità dalle mille sfumature, suscita quel moto d’animo che i capoverdiani hanno battezzato morabeza. E’ uno struggente senso di dolcezza mescolato all’acuta nostalgia per qualcosa che se ne va, un sentimento inafferrabile ma prepotente.
Il termine rispecchia l’indole degli abitanti e insieme l’aspetto variegato delle isole. Morabezaevoca infatti la morbidezza delle dune dorate di Sal e Boa Vista che scivolano nell’Oceano e insieme l’asprezza delle guglie vulcaniche di Fogo, un rigurgito d’inferno affiorato sulla terra. Tra i due estremi sfilano le colline selvagge delle isole Brava, S. Nicolau e S. Antao, gli anfratti segreti di Maio e le testimonianze coloniali di Santiago e S. Vincente. L’Arcipelago ha questo nome perché si affaccia su Cap-Vert, sulle coste del Senegal, e ogni isola ha una conformazione geografica tutta sua, come fossero sorelle di una stessa famiglia. Questo straordinario ventaglio di caratteristiche rende l’Arcipelago particolarmente attraente e sono almeno cinque le buone ragioni per visitarlo.
La natura: l’Oceano Atlantico lambisce le isole mitigandone i cuori. Mentre Sal con le sue saline è completamente civilizzata, le altre isole difendono la propria naturalezza. Boa Vista, in particolare, sposa accoglienza e selvatichezza: capricciosa come le sue montagne, mistica come i suoi deserti, soffice come le sue spiagge. L’assenza d’acqua in mezzo all’oceano è il più grande capriccio di quest’isola. Le spiagge sono nastri di zucchero che racchiudono un cuore completamente arido. La più lunga, Praia do Curralinho, è chiamata anche Santa Monica e, con i suoi 20 chilometri di sabbia regala la sensazione di una preziosa verginità.
Il clima: Capo Verde è il punto più occidentale dell’Africa e gode di un clima tropicale secco. Le piogge sono scarse e le dorate distese di deserto sahariano lo testimoniano. Inoltre la collocazione a “metà strada” tra Africa e Americhe fa sì che le tartarughe Caretta Caretta scelgano queste coste per depositare le uova, nel loro faticoso viaggio per la vita.
La gente: è accogliente e gentile, amalgama di un intreccio di culture evidente anche nei tratti somatici degli abitanti. Senegal, Guinea-Bissau, Portogallo ma anche Francia, Olanda e Inghilterra hanno riversato qui parte della propria storia e oggi creoli, africani e portoghesi convivono fianco a fianco. La musica è forse l’espressione più emozionante di questo meltin pot, struggente e sensuale, come le indimenticabili canzoni di Cesaria Evora .
La cultura: la storia nota dell’arcipelago risale al 1462 con i primi insediamenti portoghesi e la successiva schiavitù degli Africani. Le città coloniali di Mindelo e Praia raccontano questo passato mescolandolo allo spirito creolo della gente. Nel 1975 Capo Verde ottiene l’indipendenza dal Portogallo e intraprende il suo cammino verso il turismo.
La posizione strategica: a sole cinque ore di volo dalle principali città italiane Capo Verde è il ponte tra l’Europa e il Brasile, un suadente assaggio di tropici a pochi passi da casa. Meridiana collega direttamente l’Italia all’aeroporto di Sal.
Capo Verde a tavola
La mescolanza di razze e culture è spesso culla di ricette gastronomiche particolarmente interessanti, innovazioni che diventano tradizioni. La cucina capoverdiana nasce dallo sposalizio dei prodotti tropicali introdotti dagli schiavi africani con quelli dei navigatori portoghesi. Questo mix cultural-gastronomico ha partorito anche il piatto tipico capoverdiano: la cachupa..
Ingredienti per 4 persone:
5 pannocchie fresche di granturco
100 g. di linguica (salsiccia affumicata portoghese)
¼ di zucca
250 g. di fave o fagioli
2 patate dolci
1 manioca
1 inhame
2 banane verdi o platano
2 pomodori
olio extravergine di oliva
pepe nero
coriandolo
1 cipolla
2 denti d’aglio
Preparazione:
Sgusciate i chicchi di granturco e poneteli in un tegame facendoli dorare con cipolla, aglio, salsiccia, pepe nero e olio. Aggiungete il granturco dorato al resto degli ingredienti insieme a una quantità d’acqua sufficiente a coprirli. Lasciate sobbollire finché il tutto non sarà appassito. Prima di servire condite con sale e guarnite con foglie di coriandolo tritato.
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