Tornare a casa. Slacciare le stringhe e liberarsi delle scarpe. Ritrovare sotto i piedi il vento, tra le mani il sudore, negli occhi la bellezza del verde, del sole, della libertà.
Sono bastate poche ore nel cuore della Svizzera per rinvenire, nella bella Valle dell’Emme, là dove nasce il formaggio coi buchi più famoso al mondo. Ma questa è un’altra storia, perché i sapori alimentano il corpo, mentre le emozioni nutrono l’anima.
E così, una volta tornata alla quotidiana routine, nella mente riaffiorano le immagini di quel teatro naturale in divenire appena lasciato dietro le spalle e anche l’anima, con un soffio di malinconia, se ne riabbevera.
Cascate di verde, ruscelli di erba, laghi di mais. Tutto in questa regione fluttua tra terra e cielo in un silenzioso, ondulante progredire. Attraversare queste valli in bike dà un’assurda sensazione di liquidità, come se si diventasse parte stessa della linfa che scorre nelle vene delle valli per farsi pianta, per farsi sole, per farsi vita.
E puntuale sboccia nel cuore un senso di gratitudine quando, dopo la fuga dalla quotidianità, raccolgo il ghiotto bottino di colori, di odori, di vibrazioni e di emozioni che ogni viaggio dona. Soprattutto quando raggiungo un punto di totale fusione con la natura, che annulla il confine tra esterno e interno, tra Lei e me. Come questa volta.
Tornare a casa e scrivere per ricordare, per rivivere, per immortalare. Pronta ad infilare di nuovo quelle scarpe che mi hanno fatto volare sull’onda di un’inattesa avventura emozionale…
il tuo paesaggio dell’Emme con le emozioni provate ai piedi e alle forme della natura accogliente della Terra le ho immaginate dietro il castello della Napoule arricchito da una squadra di dozzina di pittrici dall’Asia e dall’America che ne ritraevano emozioni colorate dalla baia della Raguette… in un proposito collettivo di rappresentare, ciascuna, la tavolozza di colori pazientemente inspirata da neuroni ottici resi plastici dalla gentile pennellatai.
La miscela di anima e colori sopra il mare e la riva rocciosa e sabbiosa… Il piccolo soffio di libeccio caldo impediva che i naturali riflessi di energia raggiungessero l’estro artistico fuori acqua, che solo il mio immaginario concentrava in scome coperta di stelle marine in contemplazione con raggi di sole, come cata-rifran-genti di migliaia di sensori bionici.
Cpn pazienza attendo il riposo dei sedimenti in movimento per godermi l’eccitazione subacque delle rosse stelle raggiate in bracci sensibili a luce, corrente, toccate incontri ravvicinati. E’ un mondo vivo che amo, che cancella ogni precedente malumore…. Gioisco nella prossima riscoperta dell’emozione, falsa, di gioire per un’attesa dall’esito felice… quanto più raro…
Xoxoxo