Morbida scivola sul foglio bianco cadenzando un ritmo regolare. La linea sottile che lascia dietro sé disegna parole nuove, mai scritte, lei che nuova non è. E tuttavia sopravvive fiera alla vertiginosa tecnologia che la vorrebbe dimenticata dentro il buio di un cassetto. Invece no, resiste alla violenza del tempo.
Così tutt’a un tratto, senza preavviso, spunta fuori da uno zaino sotto il sole e come una bacchetta magica comincia a sfavillare, trasformando le lettere in colori, le frasi in profumi e i pensieri in soffici nuvole su cui volare a ballare.
Una penna stilografica così vissuta chissà quante cose ha da raccontare. Levato il cappuccio con un sonoro click, il pennino comincia a seminare rivoli di ricordi mai sbiaditi e di desideri ancora accesi, un filo nero fluido e deciso che lentamente ripercorre una vita dedicata a creare.
L’arte è un universo dal multiforme linguaggio e questa penna stilografica, sottile e levigata come il gambo di un fiore, ha scelto le parole più armoniose per ricamare pagine altrimenti morte.
Oggi riprende vita, con nuova femminea sensualità. La tengo tra le dita con la delicata riverenza che si deve a un oggetto sacro, lasciando che sia lei a dettare i prossimi versi, spegnendo i pensieri e accendendo i sensi.
“Pelle di luna” mi suggerisce, ebbene sì che il titolo sia! Comincia a dettare prima che sia buio, prima che s’apra il concerto della notte, così alla luna potrò dedicare qualche pensiero nato dal grembo di una penna stilografica davvero speciale.
E’ poesia in penna, stlle e dolcezza… Notte di mezza luna… sulla terra dei sicari…