Questa mattina una persona, incontrandomi per strada, senza nemmeno il preavviso d’un ‘ciao’, m’ha detto:
“Tu scrivi cose bellissime, Paola, tu mi emozioni!”
Bhe, non nascondo – e di fatti qui lo dico – il piacere che mi ha dato questo regalo tanto spontaneo quanto generoso. Non è il fatto di scrivere bene, che poi è relativo e discutibile, ad avermi inorgoglito, ma sentire che qualcuno si emoziona leggendomi. In effetti, ogni volta che posso, sulla pagina bianca mi piace liberare le mie sensazioni, lasciando che queste, attraverso le parole, si trasformino in emozioni, e poi in sentimenti, e che ognuno passando e leggendo facesse proprie quelle parole, emozionandosi a sua volta.
Così, in certi momenti come oggi, mi succede di rileggere un mio scritto per guardarmi da fuori attraverso la mente degli altri, in una sorta di gioco narcisistico allo specchio. E mi piace immedesimarmi in questa o quell’altra persona che magari un instante prima s’è soffermata qui a leggere.
Cos’avrà sentito lui all’inatteso contatto col mio sospiro digitato? si sarà spaventato o si sarà eccitato … Cosa avrà provato lei mescolando quel mio aggettivo al suo stato d’animo? si sarà commossa o turbata… E allora soppeso, carezzo, mastico i miei pensieri come un bolo di parole che si gonfia e si scioglie, che dalla bocca per contagio si diffonde nel cervello, prima, e nel cuore, poi.
Cos’avrà sentito lui all’inatteso contatto col mio sospiro digitato? si sarà spaventato o si sarà eccitato … Cosa avrà provato lei mescolando quel mio aggettivo al suo stato d’animo? si sarà commossa o turbata… E allora soppeso, carezzo, mastico i miei pensieri come un bolo di parole che si gonfia e si scioglie, che dalla bocca per contagio si diffonde nel cervello, prima, e nel cuore, poi.
Perché è inutile negarlo, anche quando si scrive per se stessi, per quel tanto decantato bisogno di liberare sensazioni, emozioni e sentimenti, segretamente si scrive sempre anche per chi legge … che sia una sola persona ben precisa da sedurre o un’immensa platea immaginaria da compiacere. Come la luce che ineluttabilmente vien dal cielo, perché la natura giustamente lo comanda, ma che luce sarebbe senza poi senza riflettersi e moltiplicarsi nelle infinite sfumature che la terra, accogliendola, le ridona!
Alla persona che questa mattina mi ha fatto questo bel regalo, voglio dire semplicemente:
“Grazie, anche tu oggi, con le tue parole, mi hai emozionato!”
Mi emoziono, ok, confesso!