Lugano è una città privilegiata dal punto di vista ambientale, perché vanta un patrimonio verde particolarmente esteso e ben curato. Come sta anche scritto sul sito ufficiale della città, le aree verdi rappresentano un tesoro, un bene comune da salvaguardare, affacciato in parte sul lago Ceresio, ma che si estende in tutti i quartieri. I parchi, i giardini, le aiuole, i prati, i boschi e i viali alberati valorizzano la città per chi ci abita, per chi la attraversa e ci passa solo qualche ora e per chi decide di trascorrervi le proprie vacanze. Il patrimonio culturale è traccia della nostra storia; lo è anche il paesaggio naturale perché, come la cultura, il paesaggio contribuisce a costruire e definire l’identità di un luogo. Coltivare il verde significa così coltivare l’identità della città, offrendo a Lugano aiuole, sentieri, parchi che costituiscono un grande giardino urbano….
Ma oltre alle logiche urbanistiche, ambientali ed economiche che la città osserva per regolare le sue aree verdi ci sono innanzitutto le persone che fisicamente realizzano ciò. Chi arreda di verde la città? Chi si prende cura delle aiuole, delle siepi, delle piante? Chi sostituisce le piantine di Parco Ciani assecondando il susseguirsi delle stagioni, chi semina i bulbi, promesse floreali, lieti annunci di primavera? E chi pota le piante più alte improvvisandosi esperti equilibristi senza rete?
Loro: i giardinieri. Veri e propri artisti del verde che, con le loro tute arancioni, colorano i parchi e le strade di Lugano armati di zappe, cesoie e annaffiatoi. Un lavoro mica sempre facile il loro, spesso anzi duro perché avere a che fare con la terra è sempre fatica, perché è bassa, anche se poi dà soddisfazione. Una soddisfazione immediatamente percepibile da noi, cittadini e turisti, che passeggiando per le vie e le piazze della città possiamo respirare la bellezza della natura rubata all’asfalto, in ogni stagione. E quante fotografie per immortalare le prime gemme di una magnolia baciata dal sole, i primi getti dei tulipani che alzano il capino verso il cielo, o le coreografie floreali che arredano le piazze trasformandole in salotti profumati affacciati sul lago.
E allora, ammirando i tappeti verdi e le aiuole di Lugano, da Paradiso fino a Castagnola e oltre, penso a una bella frase di Paulo Coelho che in un suo libro recita così: “Ogni centimetro quadrato di terreno racchiude dei misteri che solo la paziente mano del giardiniere è in grado di decifrare.”
È proprio così, perché non potrebbe nascere un fiore se non dalla dedizione e dalla passione di chi conosce e ama il proprio mestiere. Mi piace, dunque, dedicare questo spazio a loro: a chi cura i prati e gli alberi della città con mano paziente e, molto spesso, con un sorriso e la naturale disponibilità a scambiare qualche chiacchiera con noi. Senza di loro Lugano sarebbe più spenta, più arida, più triste e, di conseguenza, lo saremmo anche noi passeggiando per le sue vie nude di salotti verdi.
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