Una sottile malinconia s’è insinuata in me questa mattina, camminando sul lungolago stranamente spopolato. Come la nebbia che lascia appena indovinare l’orizzonte, quest’inspiegabile mestizia mi ha accompagnato in silenzio lungo tutto il percorso, fin dentro a Parco Ciani e oltre la Foce. Poi, d’un tratto ho capito.
Attorno a me pochissime persone, spariti i numerosi turisti degli scorsi giorni, solo qualche essere imbacuccato, magari con un cane al guinzaglio a giocare nell’erba, anche dove non si potrebbe. Gli unici esseri umani presenti e rumorosi erano i lavoranti che sbaraccavano tutti gli allestimenti delle feste natalizie. Dalle casette in legno di Piazza Riforma, ai pacchi colorati della fontana, fino alla pista di ghiaccio, con tutto il suo contorno di tavolini e illuminazioni. Sembrava fosse solo ieri che ero qui a guardare costruire tutto e adesso questo tutto è già finito … Ma come? Non hai sempre detto che queste feste non ti piacciono, che speri sempre passino in fretta … e allora, perché ti dispiace?
In realtà, a darmi dispiacere è stata la consapevolezza che non si può mai tornare indietro nel tempo, se non con la mente, quando la memoria lo consente. E se questa affermazione può sembrar banale perché ovvia, altrettanto non lo è lo stato d’animo che l’accompagna. Ecco da dove è sbucata fuori quella sottile malinconia. Se un evento più o meno lontano può essere avvertito come appena dietro l’angolo, tutto ciò che sta in mezzo, tra noi e quell’evento, si riduce a un soffio di sabbia dal palmo di una mano.
Quanti ricordi, quante avventure, quanti brividi e quante immense gioie abbiamo accumulato alle spalle. Quanti anni son passati da quando … eppure, ancora una volta, sembra solo ieri. Il peggio, però, in questo malinconico naufragare a ritroso della mente, è quando ci si rende conto che la speranza di ripetere certi avvenimenti particolarmente cari è solo una vana illusione, per il semplice fatto che non siamo più gli stessi di un tempo, né noi né i nostri compagni di viaggio.
Il desiderio di voler rivivere esperienze appaganti sbatte contro un muro di gomma, che rimanda piaceri ormai reclusi nel passato, come l’eco di un’ubriacatura.
Discorsi da vecchi! Hai ancora un sacco di tempo per fare cose belle, invece di guardare indietro con inutile malinconia … Sì, è vero ma la linearità dell’esistenza porta inevitabilmente alla brevità del futuro rispetto a un passato sempre più cospicuo e irripetibile.
Basta con questi stupidi pensieri! Le casette di legno sono state quasi tutte smantellate, dei pacchi colorati più nessuna traccia e nel parco dei camioncini portano via gli ultimi allestimenti. Della pista di ghiaccio solo il solco sul terreno privato di luce e pertanto dell’erba … poco male, presto ricrescerà con i primi timidi raggi di sole.
Ecco, la ciclicità delle stagioni e delle festività consola un po’, come una promessa, anzi di più, una certezza. Tutto si ripeterà, ogni anno, ogni volta, per sempre. La sensazione, tornando sui miei passi, è di trovarmi su una vertiginosa Torre di Pisa di cui non si scorge il sommo limite, il cui percorso è a senso unico: si può solo procedere in avanti, ogni anello è solo apparentemente uguale all’altro e inesorabilmente si sale, giro dopo giro, piano dopo piano, giorno dopo giorno … e intanto è già domani.
Già cara Paola, il tempo ci scorre tra le dita come acqua, quando laviamo le mani. SOB.
Ti abbraccio forte
Silvia