Il primo assaggio d’autunno s’è presentato con ardita insolenza.
Nemmeno il tempo di dire addio al bikini ed ecco che le montagne specchiate sul lago si son vestite di bianco, rubando la scena al poetico foliage dei boschi. Un bianco verginale, che con il suo apparente candore vuole rendere romantico questo repentino voltafaccia stagionale. Stagioni sempre più capricciose, ancor più di una bella donna innamorata dell’amore!
Così, mentre gli amanti di canoe e di stand-up paddle s’attardano con gli ultimi morbidi sciabordii lacustri, gli affezionati delle vette cominciano a spolverare scarponi e racchette.
E mentre dai comignoli del paesello s’elevano i primi sentori di buona legna bruciata nel camino, gli insetti tardivi presi alla sprovvista bussano con frastornata disperazione ai vetri delle finestre, quasi a voler mendicare l’ultimo sorso di calore.
E io, seduta qui, cullata tra l’eco ancora vibrante dell’estate e il primo assaggio d’un autunno assai precoce, mi beo del privilegio di assorbire con delicato piacere ogni immagine, ogni odore, ogni sensazione che la Natura tutt’attorno dona a chi ha il dono di sentire.
Un dono che non conosce stagioni.
E' un dono della natura, che spesso tende a replicare il sentimento che genera, di ricordo quasi sensoriale! Y've it!