I pedalò non sono ancora stati coperti che le casette natalizie son già pronte per essere erette. Il lago Ceresio racconta ancora di un’estate non del tutto sfumata nei vapori d’autunno, mentre la piazza di Lugano si accinge a vestirsi delle prime luci d’inverno.
E noi, mentre la città cambia abito, come ci sentiamo in questo paradossale rimbalzo stagionale? Noi, comparse di passaggio su un palcoscenico temporale deciso da uno sconosciuto artefice, c’incanaliamo in tale ciclicità con i nostri stati d’animo, altalenanti tra la l’energia del calore e l’indolenza del letargo.
Lo strascico dell’ultimo sole s’allunga fino a scaldare primi brividi di freddo. Impossibile fermarsi. I ricordi rincorrono le attese, finché esse stesse si faranno ricordi in uno scenario di paradossale circolarità. Anelli che si ripetono all’infinito. Sempre uguali, eppure sempre diversi proseguiamo un cammino che pare durare da tempo immemore. Contemporaneamente, se ripensiamo a “quando eravamo giovani”, ecco che quel puntino di partenza obiettivamente lontano, che identifichiamo alle nostre spalle, pare un soffio. Pare ieri.
Andiamo avanti. Proseguiamo il peregrinare ritrovando i nostri stessi passi, in un andirivieni drammatico e insieme rassicurante. Così come l’alternarsi delle stagioni anche il susseguirsi dei nostri anni è un ineluttabile procedere verso un destino. Destino nel senso di meta, di traguardo, e non di fato. Con la convinzione che la distanza tra noi e il capolinea possa essere disseminata ancora di tante gioie e passioni, di follie e rivoluzioni, di salti mortali e atterraggi felici, capaci di trasformare la prevedibile ciclicità del nostro viaggio in un’eterna primavera.
Ecco, allora, che quel puntino di partenza obiettivamente lontano, che identificavamo alle nostre spalle, non è un soffio e non è ieri … è già domani.
Solo coincidenze, ho cancellato ben due volte l’evento che ricorre domani. Siamo vicini alla fine del ciclo solare che amiamo di più, quello con l’estensione della luce più breve dell’anno. Il puntino di partenza si allontana nel tempo e si lascia all spalle ricerche di primavera e ferite di tramonti che ci hanno trovato impreparati ai capricci del destino, ancora incompiuto. I pensieri ricoprono di ricordi, coscientemente ancora vivaci, anche se imprevisti, e pertanto di emozioni che meritano rispettosi stimoli di ricreazione di “domani” e ricerca di buone stagioni! Con questi squarci di luce si prende forza l’illusione dell’eternità di “ieri”…
E’ già domani! Volare, anche oltre! gli “anelli che si ripetono all’infinito. Sempre uguali, eppure sempre diversi proseguiamo un cammino che pare durare da tempo immemore. Contemporaneamente, se ripensiamo a “quando eravamo giovani”, ecco che quel puntino di partenza obiettivamente lontano, che identifichiamo alle nostre spalle, pare un soffio. Pare ieri.”
Ogni alba si apre al domani e tramonta lasciando ricordi di ogni ieri.
Serbo solo buone notizie, “squarci di luce, da cui prende forza l’illusione dell’eternità di ieri”…
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Novembre e le ultime foglie, un’illusione della forza dell’ eternità di ieri? Perché no?